Pages

mercoledì 13 luglio 2011

M

ma cong. ma: ma naunə, ma no; ma mó! Ed ora, che ci vuoi fare! Pron. pers. compl., sostituisce “me” (mi) soprattutto con i verbi di opinione: ma credaivə (penzàvə) ca hèrə lu vairə, credevo (pensavo) fosse vero.
maccaràṷnə s.m. - (fig.) Uomo sciocco oppure goffo, insulso.
maccarìṷnə s.m. (term. usato soprattutto al pl.) - Denominazione generica di ogni tipo di pasta alimentare, lunga o corta, forata o meno: maccarìṷnə accattétə, pasta comprata (usata di solito nel giorno della festa); maccarìṷnə a la chətàrrə, maccheroni alla “chitarra”; maccarìṷnə a la mələnare, i maccheroni alla molinara (o “alla mugnaia”) sono dei lunghi, spessi e irregolari maccheroni pieni tirati a mano, del diametro di 4-6 mm, realizzati con un semplice impasto di acqua, semola e farina. Si ottengono lavorando l’impasto sino a ottenere un panetto al centro del quale verrà praticato un foro. Questa parte della lavorazione è la più complessa e richiede mani sapienti ed esperte che, l’una di fronte all’altra, sappiano infilarsi nel foro dell’impasto per lavorarlo ancora circolarmente, sfinando e allungando progressivamente l’anello fino a ottenere un lunghissimo maccherone, che poi va tagliato nella lunghezza voluta, generalmente circa il doppio rispetto a un normale spaghetto.
maccarnarə s.m. - Chi produce artigianalmente e vende al dettaglio pasta alimentare fresca.
màccəchə s.m. - Boccone. • Espressioni: zə l’ha finìṷtə nghə nu màccəchə, lo ha divorato con un boccone. ‣ Dim. mucciucallə.
macchiàttə s. f. , nell’espr. hé na macchiàttə, persona che ha qualche cosa di bizzarro e di singolare, tale da suscitare ilarità e simpatia insieme.
macciòcchə s.m. - (gastron.) Giuncata, latte rappreso in una massa tenera e separato dal siero; si fa dopo il formaggio e prima della ricotta.
macəllarə s.m. - Macellaio.
macéllə s.m. - a. Macelleria, perché un tempo le carni si vendevano nel luogo stesso dove avveniva la macellazione. b. fig., fam., gran disordine o confusione, di persone o di cose: so’ fàttə nu macéllə, ho fatto un finimondo, sconquasso, caos.
macənènnə s.f. - Macinata, quantità di olive e sim. macinata in una volta.
macənà v.tr. - 1. Macinare: va a màcenà la farè̠inə a lu muleinə, vai a macinare la farina al mulino. 2. Digerire: nghe lu štómməchə chə z’artreuvə màceinə tittə, con lo stomaco che ha, digerisce tutto. • Espressioni: chə préimə harréivə màceinə, chi primo giunge, primo è servito. 
màcənellə s.f. - Macinino per macinare i chicchi di caffè, di orzo ecc., una volta tostati i chicchi inseriti nello strumento dall’alto, nella tramoggia in metallo, vengono macinati ruotando la manovella, e la polvere finisce nel cassetto sottostante.
machənattə s.f. - Assol., denominazione generica di alcuni oggetti di uso comune, come l’accendisigari, la macchina per il caffè, la macchina fotografica, la tosatrice usata per sfumare i capelli, ecc.: la machənattə də lu cafè, caffettiera; la machənattə də lə pammadeurə, la macchinetta per passare i pomodori; la machənattə də lə saggéccə, la macchinetta per fare le salsicce; la machənattə pə lə capellə, la tosatrice per i capelli.
màchənə s.f. - Macchina, trebbiatrice, macchina da cucire: la màchənə pə cucè, la macchina da cucito, la màchənə pə trətè lə grandeniə, sgranatrice da mais.
machənìccə s.f. - Macchinina, giocattolo.
maddəmanə avv. di tempo - Stamani, stamattina.
mbasələ s.f. - Lievito.
mbašturavacchə s.m. - Grosso serpente.
mburcatis.f. - Aratura
maddəmanə avv. - Stamattina.
madəzzìṷnə s.f. - Maledizioni.
màffiə s.f. - Ostentazione di eleganza, di spavalderia, vanità, vanto, bella figura.
mafrà agg. s.m. - Babbione, babbalocco, persona grassa e grossa.
maggiulatə s.f. - Manifestazione folcloristica, consistente in uno spettcaolomusicale in piazza e talvontaanche sfilate di carri allegorici.
magnà v.tr. [dal fr. ant. mangier, lat. manducare “mangiare”] - 1. Mangiare: mignə, mangi; magnamə, mangiamo; magnatə, mangiate; màgnənə, mangiano; magnavə, mangiavo; magnivə, mangiavi; sò magnatə, ho mangiato; sì magnatə, hai mangiato; per la 3 pers. sing. si usa l’ausiliare avere: séme magnətə, abbiamo mangiato; stà mmagnà, sta mangiando; fa mmagnà, far da mangiare; la rròbbə da magnà, i viveri; mò mə tə magnə; màgnə so ch’i hé, mangia tutto. 2. Sperperare: s’ha magnatə tuttə lə soldə chə i’hànnə lassètə, ha sperperato tutti i soldi ereditati. 3. Rodersi: sə lə màgnə la ràjjə, si rode dalla rabbia. Espressioni: tə fà məné la vuléjjə solə a huardarlə, mangia con tanto gusto che è un piacere guardarlo; so’ magnàtə pə magnà, ho mangiato a crepapelle; mə tə magnə a usə də pànə, ti divorerei come si fa col pane; mə tə magnə véivə véivə; nin s’arcórdə mànghə ca magnàte irə sairə, ha poca memoria, ha la memoria corta.
magnamagnə s.f. fam. - Profitto ottenuto illecitamente, spec. con un’amministrazione poco scrupolosa del pubblico denaro: nella locuz., è nu magnamagnə, è tutto un mangia-mangia.
magnapanə a tradəmendə s.m. e f. - Fannullone.
magnatàṷre s. f. [der. di mangiare]. - Mangiatoia.
magnatə s.f. - Mangiata, il mangiare abbondantemente; pasto molto ricco e abbondante: me sò fattə na magnatə! mi son fatto una scorpacciata!. Sa magnatə lu ciurvellə la hattə,
magnatòriə s.m. - Profitto illecito ottenuto esercitando con disonestà le proprie funzioni, spec. il pubblico potere; amministrazione poco onesta del denaro pubblico; scherz., roba da mangiare; pasto.
magnə v.tr. - Mungere.
magnéddùrmə s.m. - Poltrone, persona pigra, persona lenta e tarda nell’agire, indecisa e titubante.
magnuttàṷnə s. m. [der. di mangiare] (f. -a), fam. - Chi abitualmente mangia molto.
magrachjàinə s.f. - Non pieno: lu grane é sciutə nghə la magrachjàinə, i chicchi del grano non sono giunti alla piena maturazione.
mahagnə s.f. [prob. dal fr. ant. mehaignier]. Imperfezione, difetto, guasto che non sempre appare esteriormente.
mahàne s.m. [lat. magus, dal gr. mágos, pers. ant. magush]. - Fattucchiere, stregone. Angiulèinə də la Farəfattucchìjre
majculə s.m. - (bot.) Codolina (Phleum pratense).
màisə s.m. [lat. mēnsis]. - Mese: canda meiscə tè lu cétələ? quanti mesi ha il bambino?
màisə s.f. [lat. magĭda, adattam. del gr. magís -odos “pane; madia”, affine a mássō “impastare”]. - (arred.) Mobile rustico consistente in una cassa rettangolare di legno con coperchio sollevabile a cerniera; usato nelle case di campagna per conservare farina e lievito.
maištralə s.m. [der. di maestro]. Maestrale, vento freddo e secco, che spira da nord-ovest.
majàisə s.m. [der. di maggio]. - Maggese, pratica agricola molto antica che consiste nel lasciare incolto un terreno, dopo averlo opportunamente arato, per un periodo di tempo più o meno lungo, allo scopo di permettergli di ricostituire le riserve di fertilità.
majə s.m. [lat. Maĭus (mensis), connesso con Maia, divinità italica, madre di Mercurio]. - Maggio. ‣ Espressioni: la còstə di majə, la salita di maggio, così è detto maggio a significare i disagi che in questo mese si affrontano, perché scarseggiano le provviste, prima del nuovo raccolto; lu maisə di majjə, festə festə mə nə vajə, il mese di maggio, feste feste me ne vado. Strofetta Je son magge e sono più belle: / rose e fiore huarnite a lu cappelle, / huarnite di varie colore: / fra addre mese ije so minore.
majellàisə s.m. - Vento di provenienza dalla Maiella, assai freddo, ma asciutto.
Majellə s.f. - Majella, monte. (imprec.) Esclamazione di meraviglia, di stupore, e anche di vaga irritazione: pə la Majellə, sanghə de la Majellə.
màjjə s.f. [lat. mŭlier (-iĕris), che indicava genericam. la donna]. - Moglie: candə l’àsənə arràjjə vò la pajjə, candə l’omənə suspèirə vo la màjjə, quando l’asino raglia vuole la paglia, quando l’uomo sospira vuole la moglie. La màjjə è mezzə panə, la moglie è metà pane, la presenza di una moglie realizza per una buona metà l’esistenza di un individuo. Parafrasando: La moglie mangia metà del tuo pane, quindi arreca danno.
majjə avv. - Meglio: chhiù majje.
majjə s.f. - Maglia.
majjə s.m. [lat. mallĕus “martello”]. - Maglio, grosso e pesante martello di legno con due teste cilindriche e bombate usato in passato spec. per i cunei con cui si spacca la legna.
majùcchələ s.m. - 1. Groppo che si forma quando si appiccicano maccheroni cotti, pasta, ecc.. 2. locuz. avv. a majucchǝnnǝ, tirare palle di neve.
majùlə s.m. [lat. mallĕolus “tralcio”, der. di malleus “martello”, per la forma]. - (agr.) Magliolo, talea di vite, preparata con la parte basale del tralcio di un anno, con aderente un pezzo di legno di due anni che le conferisce la forma di un martello.
malacrïanzə s. f. [grafia unita di mala creanza]. - 1. Mancanza di educazione e di gentilezza. 2. Atto villano e scortese. Proverbio la cumbudenzə è padràṷnə də malacrïanzə, dimostrarsi eccessivamente confidenziale stimola la maleducazione altrui.
malamèndə agg. - Cattivo: ma lə vèidə canda sì malamèndə, ma sei proprio cattivo, monello. ‣ Prov.: la jerva malamèndə nə mmèṷrə ma’, l’erba cattiva non muore mai.
malannatə s.f. - Cattiva annata, di raccolti, annata penuriosa.
malaparèṷlə s.f. - Parolaccia.
malə də sandə Dənatə s. m. - Epilessia.
maləcavatə agg. - Di ragazzo, discolo, furbo: sì piccirillə e maləcavatə, sei piccolo e maligno.
malənatə s.m. -
maləpənzà v.tr. - Far cattivi pensieri.
maləppèggə s.m. - Arnese analogo al piccone, ma più piccolo, nel quale i due tagli sono disposti l’uno perpendicolarmente all’altro, usato dai potatori di ulivo e dai muratori.
mallòppə s.m. - [a. fr. enveloppe]. - 1. a. Involto, pacco piuttosto voluminoso. b. (gerg.) Somma di denari, gruzzolo.
malucchjə s.m. [comp. di mal(o) e occhio]. - Malocchio, potere malefico dello sguardo che si crede posseduto da certe persone; iettatura: i’hànne fette lu malucchjə, gli hanno gettato il malocchio; ngandà lu malucchjə, togliere il malocchio.
malvascèjə s. f. [da Malvasìa, nome di una località del Peloponneso, in Grecia], invar. - 1. (agr.) Nome di vari vitigni che producono uva normalmente destinata alla vinificazione, sia bianca sia nera. 2. (enol.) Vino ottenuto con tali vitigni, alcolico, liquoroso, in qualche tipo anche secco, e di aroma delicato.
malvə s.f. (bot.) [latino malva (m) ed ha il significato di molle, cioè capace di ammorbidire]. - Malva (Malva sylvestris): lu dəcòttə də malvə, decotto di malva.
mammalucchə s.m. - fig. Persona sciocca, stupida.
mammanə gioco fanciullesco popolare chiamato jondacavallə, la mammanə era colui che, con le spalle appoggiate al muro o al tronco di una pianta, proteggeva la persona piegata, sulla schiena del quale gli altri dovevano saltare e sedere. A seguito del salto, chi era in posizione ricurva avrebbe potuto battere la testa e farsi seriamente male: per ovviare all’incoveniente, poggia il capo sulla pancia d’altra persona chiamata mammanə.
mammarə s.f. (zool.) - Femmina del coniglio.
mammèinə s.f. [der. di mamma]. - Levatrice, ostetrica.
mammóccə s.m. - 1. Bamboccio, pupazzo di pezza. 2. Ragazzino. ? Espressioni: é nu mammóccə, è ancora piccolo per certe cose.
mammuccèllə s.f. - Figurine del presepio. lə mammuccèllə də lu prəsèpiə, statuette del presepio.
manàjə s.m. - Rumore, mormorìo: so’ sindiute nu manajə, ho sentito un rumore.
màndəcə s. m. [lat. mantĭca “bisaccia”]. - Mantice: apparecchio atto a produrre un soffio d’aria, usato per attivare la combustione “lu mandəcə də lu furrarə, il mantice del fabbro ferraio” o per fornire l’aria ad alcuni strumenti musicali (organo, armonium, fisarmonica) “mandəcə də l’orghənə, mantice dell’organo” ; nella forma più tipica è costituito da due lastre di legno articolate tra loro e collegate da una membrana, che si manovrano in modo che l’aria entri attraverso un’apposita valvola, per essere poi espulsa mediante un condotto.
mandèilə s.f. - Tovaglia da tavola: arəstregnə lu mandéilə, fare economia.
mandənà v.tr. [lat. manu tenere “tenere con la mano”]. 1. Mantenere, reggere, sorreggere, sostenere. 2. lu tembə mantè, regge, sta, sul buono. ? Espressioni: reggersi: n zə mandè a l’mbite, non si regge in piedi.
mandìrə s.f. - Grembiule da cucina.
mandrécchjə s.f. - Tovagliolo grande di lino grossolano per avvolgere, per coprire panieri, e anche per far da tovaglia sulla tavola dei contadini. ? Prov.: chi mandrècchiə attàcchə, mandrècchiə sciòjjə. Fig. fà lə mandrècchiə, cattiva zappatura fatta con malizia che consiste nel lasciare, di tanto in tanto, il terreno non zappato ma ricoverto dalle glebe di quello zappato per ingannare il padrone.
mandrətannə s.f. - Grembiule di lino grossolano usato dal calzolaio.
manèggə s.m. - Botte, percosse.
mangà v.intr. - Mancare: tə manghə sèmbrə dəciannèuvə sòldə pə ffa na leirə, ti mancano diciannove soldi per fare una lira.
manganzə s.f. - Luna calante, fase decrescente della luna: ujjə è manganzə, oggi è luna mancante; lə si fattə nghə la manganzə? Lo hai fatto durante la mancanza? ⇒ criscenzə.
mangéinə s.f. [der. dell’agg. manco “sinistro”]. - (tess., tecn.) Maciulla, macchina che separa le fibre legnose da quelle tessili della canapa, del lino, ecc. • Espressioni (con uso fig.): mi simbrǝ na mangeinə, a chi chiacchiera troppo.
manghə avv. - Neanche, nemmeno; dai detti popolari: manghə a lə chenə, non è buono nemmeno per darlo ai cani.
manghənijune avv. - Nemmeno uno.
manghəsalə avv. - Nulla, niente. Nijèndə è padràunə də manghəsalə,
mangiacavallə s.f. - 1. Sacchetta entro cui si pone la biada per il cavallo, sopponendola al collo. 2. Sacchetta dove di metteva l’olivo raccolto a mano.
mangularə agg. - Fàmmənə mangularə, giovane donna che ha figli senza essere sposata.
manijà v.tr. [der. di mano]. - 1. Palpare, toccare, tastare. 2. Adoperare, usare: lə sa manijà lu martellə, sa ben usare il martello. 3. Dare forma con le mani, lavorare: manəjelə bbèṷnə ssa pastə sənnà lu pånə nə vè bbèṷnə, lavora bene quella pasta, altrimenti non lievita.
maniatə 1. al fig. spreg. - Moltitudine, branco, ciurma, masnada di discoli: è na manijètə də ledrə, sono un branco di ladri. 2. Palpata.
manirə s.m. - Ramaiolo per olio.
manəpattənə s.m. Semplice veicolo usato come giocattolo, formato da una stretta pedana con due ruote a sfera e fornita di manubrio, sulla quale si poggia un piede, mentre con l’altro si imprime la spinta a terra.
mannà v.tr. [lat. mandare “affidare”, prob. da man(um) dare “dare la mano”]. - Mandare: l’hai mannàte amparà l’àrte, lo ha mandato come apprendista. • Espressioni (anche con uso fig.): mannà all’aldrə mànnə, uccidere; lə mànnə scazzə e niudə, lo manda in giro nudo.
mannajə inter. - Esclamazione spec. di disappunto, ira, rabbia o anche impazienza, stupore.
månnə s.m. mondo. • Espressioni (anche con uso fig.) e prov.: zə stavə a seccà mezzə månnə, si sta va seccando mezzo mondo, cioè gran quantità; chə månnə artravuddatə, che mondo sconvolto; l’addrə månnə, l’altro mondo, l’altra vita, l’oltretomba; mə ggeirə lu månnə, mi gira il mondo, ossia ho il capogiro.
mannèllə s.f. - Piccolo fascio di spighe, o anche di paglia, di fieno.
manupprarə s.f. - Mucchio di covoni formato in genere da 10, 13 o 15 covoni.
manupprə s.m. - Covone.
mappatèllə s.f. - Piccolo strofinaccio; per est., la colazione che si porta in campagna al contadino: si’ purtàte la mappatèllə? Hai portato la colazione?
mappə s.m. - Larghissimo cucchiaio col quale nei frantoi si raccoglieva l’olio che galleggiava sull’acqua nella vasca.
mappèinə s.f. [(lat. mappa tovaglia] - 1. Strofinaccio: tùimə na mppéinə ca m’ài’assucchè lə ménə, prendimi uno strofinaccio perché devo asciugarmi le mani. 2. s. m. - Ceffone.
marattà escl. - Misero te.
maravèjjə s.f. meraviglia, ammirazione: mə nə faccə habbə e maravejjə; me ne fo gran meraviglia; mə faccə maravejjə də tà!, mi faccio meraviglia di te!
maranghə s.m. marengo, moneta d’oro.
marcaisə al fig. - Mestruo delle donne.
marcattə s.f. - Designava una sorta di francobollo di (marca, appunto) che veniva applicato sul libretto di lavoro degli operai per attestare l’avvenuto pagamento dei contributi previdenziali.
mára agg. misero, triste, nelle espressioni: mar’a mè, mar’a mmà, misero, povera me!; mar’a tà sə tə cə trèuvə, guai a te se ti ci trovo.
marcaisə s.m. - Mestruo, mestruazione.
maréjə agg. [lat. reg. (a)mareus]. - Amaro: lu cafè è maréjə, il caffè è amaro, è maréjə gnè l’ascènzə, è amaro come l’assenzio.
marèinə s.f. - Marina.
maréitə s.m. - Marito: poss. marétəmə, mio marito; maréitə e fejjə gnà Ddè tə lə dà, accuscè tə lə pejjə, marito e figlio come Dio te li dà così te li prendi..
marətè v.tr. - Maritare, dare marito a una fanciulla, accasare. Chə nən fabbrechə e nən marèi̯tə nən sa chə è la vèi̯tə, chi non costruisce un’abitazione, o non costituisce una dote, della vita non sa nulla, per conoscere le reali difficoltà della vita bisogna incappare nelle incognite di una costruzione o della costituzione di una dote.
maretétə agg. [part. pass. di marətè]. - Maritato.
mariùle s.m. ladro, mariolo; persona furba.
marrə s.f. - Morra, gioco della morra.
marre s.f. - Spiga del frumento e delle altre graminacee: lə marrə də lu grànə, le spighe del grano.
marrə s.f. [medit. murra ‘mucchio’]. - Branco, gregge, mandria: na marrə də pèchərə, un branco di pecore. Fig. di persone, moltitudine, ciurma: na marrə di ggèndə, gran folla.
marròcchə s.f. - (bot.) Pannocchia, spiga del mais.
Martèinə n.pr.pers. - Martino: sandə Marteinə, il giorno di San Martino, l’11 novembre; sandə Marteinə ! San Martino! (Augurio di abbondanza). Canda vè sant’ Marteinə, tuttə mastə è fattə veinə, quando viene san Martino, tutto mosto è fatto vino.
martəllatə s.f. martellata, colpo di martello.
martèllə s.m. - Martello. Prov.: candə sì martellə vattə, candə sì nghitənə stattə, quando sei martello batti, quando sei incudine dura.
martəlléinə s.f. - 1. Nei veicoli a trazione animale, freno a ceppi azionato a mano. 2. Martello da muratore, a taglio da un lato, per sfabbricare e tagliare mattoni.
maruanéllə agg. - Un po’ amaro.
marzarèṷlə s.m. - Varietà di grano che si semina in marzo.
marzə s.m. spec. Sing. - Marzo.
marzə s.f. -Morsa.
mascagnə s.f. - Capelli alla Mascagni.
mašcatìṷrə s.f. - Serratura.
mascəchè v.tr. - Masticare.
mmascəchétə agg. - Sgualcito, aggrinzito di abiti.
mmašcəllattə s.f. - Tavoletta per fissare le impalcature.
mmašciatàurə s.m. - Familiari che si recano in casa della fidanzata per richiesta ufficiale di matrimonio.
mmašciatə s.f. - Imbasciata, commissione, disbrigo fatto per conto altrui.
masquə s.f. - Mosca: fraseol.: ie càcciə l’ùcchiə lə masquə, è assalito dalle mosche.
masculàṷnə s.m. - Pollone dell’olivo.
massài̯rə avv. - Questa sera.
massarə s.m. - Mezzadro o fattore che presiede all’amministrazione e coltivazione di poderi o che dirige un’azienda pastorizia.
massaréjə s.f. - La casa colonica nella quale abita il contadino, e vi è la stalla per gli animali da lavoro e da allevo.
massə s. f. [lat. tardo, eccles., missa (propr., part. pass. femm. di mittĕre “mandare, inviare”), tratto dalla formula di congedo ite, missa est, che originariam. significava “(la preghiera) è stata mandata (a Dio)”, o “(l’ostia) è stata mandata (ai malati, agli assenti)”]. - Messa. • Espressioni (anche con uso fig.) e prov.: candà la massə, dir la messa, celebrarla; senza qṷatrèinə nən zə candə massə, senza quattrini non si canta messa; Sopra lu mortə zə candə la massə, sul morto si canta la messa - con i funerali diverse attività commerciali fanno affari; in questo detto è considerata a titolo di esempio la Chiesa, ma in realtà si vuole indicare tutte le volte in cui si approfitta di una determinata situazione per trarre beneficio, ad es. quando una persona si sposa, è candidato in politica.
massə s.m. - Massello.
maštrə s.m. [lat. magĭster, der. di magis “più”]. - Mastro, maestro o insegnante, nel senso di artigiano provetto. • Espressioni (con uso fig.) e prov.: tantə Ceccə tantə maštrə Ceccə, pur portando lo stesso nome di battesimo, hanno una diversa considerazione nella società, tanto che l’uno è chiamato semplicemente per nome, mentre per l’altro si spende il titolo di maestro; pertanto ogni qual volta in un discorso si mettono a confronto contesti di valore notevolmente differente, per sottolineare l’assurdità di paragone si tirano in ballo Ceccə e maštrə Ceccə; maštrə d’ucchjə maštrə funucchiə,
mastrəjà v.tr. - Destreggiarsi, ingegnarsi nello svolgimento di un’arte. Matalènə n.p.f., Maddalena: Peppinə də Matalènə.
matassarə s.f. - Imbrogliona.
matàṷnə s.m. - (pl. Matìṷnə) 1. Mattone, materiale laterizio. 2. a. Fig.: tè la faccə gnè lu matàṷnə, ha la faccia come un mattone, riferito ad una persona sfacciata e senza vergogna. b. Persona o cosa estremamente noiosa, che suscita fastidio, insofferenza, ecc.. 3. fig. pl. - Pomiciata, scambio di effusioni intime.
matèinə s.f. - Mattina, mattino: ìrə matèinə, ieri mattina; dumànə matèinə, domani mattina.
matənatə s.f. - Mattinata.
matèriə s.f. - Pus, infezione, essudato provocato da infezione: m’ha fàttə la matèriə, ho un’infezione alla ferita.
matezzə s.f. brevi temporali estivi.
matirialə agg. s.m. - 1. Grezzo, grossolano, non ben rifinito (antic. materiale): gna si’ matirialə!, quanto sei villano, rozzo, volgare! 2. Materia preparata per qualsiasi uso, da costruzione ecc..
matràjjə s.f. - Matrigna.
mattə v.tr. e intr. - Mettere, collocare: mattənə. mettono; mettələ a ellə, mettilo là; depositare: la messə a la postə, l’ha depositato alla posta; riferito a tempo: c’ià massə na jurnatə, ha impiegato una giornata di lavoro; attaccare: mettəmə lu buttaunə, attacami il bottone; lu cétələ à méssə lu prèimə dəndə, il bambino ha messo il primo dente; méttə la tavələ, apparechiare la tavola; méttə nu pandə, rammendare; jà mèssə menə, incominciare a usare una cosa, riferito a cibi; sa messə lu vesteitə néṷvə, indossare il vestito nuovo; chə tə sə messə ngapə, mettersi in testa, farsi venir voglia; mètt’a magnà a l’animalə, mettere da mangiare agli animali; sa messə la maschərə, mettersi a maschera, questo modo di dire si adopera quando nell’acquistare un oggetto si scopre che il suo costo è troppo alto e si vuol rimarcare che il negoziante non prova nessuna vergogna nel praticare prezzi così elevati; mǝttejǝ nèṷmǝ n’gǝ pənzà, questa cosa non puoi ottenerla.
màttələ s.m. - Mazzo di spighe di grano. ‣ Dim. màttəlallə.
mattətà s.f. - Pazzia, azione inconsiderata.
mattijà v.intr. - Folleggiare, trastullarsela, perdere il tempo in cose da nulla.
mattutèi̯nə s.f. - Scampanio del mattino.
matunaccə s.m. - (edil.) Mattone grosso.
matunèllə s. f. - (edil.) Mattonella, mattone più sottile per tetti.
mazzacannə toponimo
mazzacòcchǝ s.f. - Bastone con grossa capocchia.
mazzallə s.m. - 1. Fazzoletto annodato; gioco. 2. Bastone di legno con alla sommità uno straccio arrotolato. 3. Mazza rivestita di feltro o di cuoio usata per suonare la grancassa. 4. Martello di legno con manico corto.
mazzarèllə s.f. - Cannello applicato alla cinta, dove le donne mettono il ferro della calza. A volte si usava anche la chiave femmina.
mazzatə s.m. pl. - Percossa, botte.
mazzəcà v.tr. - Masticare il tabacco.
mazzə s.m. - Fig. capatə a lu mazzə, scelto, di qualità eccellente, spesso iron. peggiore tra i cattivi.
mazzə s.f. - Bastone: la mazzə də la granarə, il bastone della scopa.
mazzə e chizzə s.f. - Lippa, si gioca con un bastone (mazzə) e con un pezzo più piccolo appuntito (chizzə). Dopo aver fatto un busco in terra si poggia la chizzə e con la mazzə si cerca di farla saltare e di mandarla il più lontano possibile. Vince chi manda la chizzə più lontano.
mazzəià bastonare; fraseol.: curnìutə e mazzəiàtə, becco e bastonato.
mazzəmarèllə s.m. - Folletto, spiritello bizzarro, farfarello.
mazzəule s.m. martello di legno, mazzuola.
mazzòcchə s.f. nodo al fazzoletto con cui si batte la mano nel gioco fanciullesco.
mbaccà
mbàccə avv. - In faccia, dirimpetto; usato in senso più generico: mbaccə a lu saulə, in faccia al sole. Tə sə messə la mascerə mbaccə, senza vergogna.
mbaciannàrzə v.tr. - Affaccendarsi, essere indaffarato.
mbàisə p.pass., agg. - Impiccato: s’è mbaise, si è impiccato.
mbagnə s.f. - Finta.
mbajà v.tr. - Impagliare, mettere la paglia nel piano delle sedie o ai fiaschi..
mballə s.f. - Bolla, vescica contenente talvolta siero che si forma sulla pelle a causa di lesioni, scottature, allergie e sim.
mbanatìṷre s.f. - Filettatura.
mbannatə agg. - Appanato dal vapore, sfocato.
mbannə v.tr. - 1. Bagnare; mə sə’ mbissə, mi hai bagnato. 2. Intingere, inzuppare, lu panə a lu sìṷchə, all’èṷvə, il pane nel sugo, nell’uovo..
mbapé confondere, confondersi, essere confuso: l’ha mbapéitə di chiécchierə, lo ha confuso, rimbambito con le chiacchiere.
mbapèitə agg. - Rimbecillito, confuso, stordito.
mbapucchjà v.tr. - Abbindolare, confondere qualcuno con le frottole, ingannare, raggirare. • Espressioni: nin də fa mbapucchjà, non farti abbindolare.
mbarà v.tr. - Insegnare. • Espressioni: mbarà a leggə, imparare a leggere.
mbaratə agg. - Istruito. Nisciunə nascə ‘mbaratə, nessuno nasce con un bagaglio di esperienze, ai giovani è consentito sbagliare in quanto è dai propri errori che possono trarre utili insegnamenti.
mbarazzatə agg. - Indigestione: tinghə lu stoməchə mbarazzatə, soffrire di pesantezza per non aver digerito bene.
mbarənè v.tr. infarinare.
mbarəndà v.tr. imparentarsi.
mbasələ s.f. - Impasto per il pane.
mbaštà v.tr. impastare.
mbaštə s.m. impasto.
mbastè v.tr. imbastire: fare una cucitura provvisoria con grossi punti, prima della cucitura definitiva.
mbasturà v.tr. - Legare i piedi gli animali mentre pascolano, per non farli scappare.
mbatruneitə v.pronom.intr. - Impadronirsi.
mbauré v.tr. v.intr. - Impaurire, impaurirsi.
mbaurèitə p.pass., agg. - Impaurito.
mbéccə s.m. - Qualunque cosa che impicci, che intralci, che dia noia e disturbo.
mbəccè v.tr. - 1. Ingombrare, dare impiccio, mettere ostacolo. 2. nən də mbeccè də lə fettə də l’iddrə, non intrigarti dei fatti d’altri.
mbéccə e mbruje agg. s.m. - Chi è facile a trovare espedienti, che, chi s’ingegna in ogni modo per guadagnare qualcosa, ottenere un vantaggio e sim..
mbəccètə agg. - Occupato, che non è libero, di persona, che è impegnata nello svolgimento di un lavoro: sta mbəccètə, essere occupato..
mbəcïàtə s.f. - Grosso telo, solitamente utilizzato per coprire i covoni.
mbədéitə agg. - Difettoso nel fisico, per nascita o per malattia.
mbəgnà v.tr. dare in pegno qualche cosa per avere denaro o altro.
mbəlé v.tr. - Infilare, infilarsi: mbeile ssu féilə all’àchə ca ngə vaidə, passa il filo nella cruna dell’ago perché non vedo bene; seguire, correre dietro a qualcuno o qualcosa: i z’é mbeléte apprèsse, gli si è infilato dietro.
mbènnə v.tr. - Appendere, impiccare: tə pòzza l’oma mbènnə, ti possano impiccare.
mbəpəzzè v.tr, - Iniziare ad infilare qualcosa in un foro. ‣ Part. pass. mbəpəzzètə.
mbèrnə s.m. - 1. (teol.) Inferno. 2. (agr.) Nel frantoio, locale sotterraneo nel quale sono convogliate in pozzetti le acque di vegetazione e di lavaggio.
mberratə p.ps. Mberrà - Pressato, na terrə mberratə, calcarea; di un cemento che ha fatto forte presa.
mbestà v.tr. - Contagiare, infestare.
mbettà v.tr. - Infettare ‣ Part. pass. mbəttatə, anche come agg. infettato.
mbǝzè v.tr. - Infilzare.
mbèzete p.pass., agg. infilzata.
mbézzə avv. - Sulla punta: li tìnghə mbézzə mbézzə a la langhə, ce l’ho sulla punta della lingua; in punta, all’orlo, all’estremità: sta mbézzə mbézzə, sta proprio sull’estrema punta, giù giù.
mbiaštrə s.m. fig. - Persona importuna e noiosa
mbissə p.pass., agg. - Bagnato, bagnata; quantità di cose bagnate, inumidite: le pènnə è mbissə, i panni sono bagnati; bagnato: la maiaisə và nghə la mbissə, il dissodamento viene male perché il terreno è bagnato; ci’ a passàtə le pèchərə nghə che la mbissə, sono passate le pecore sul bagnato (di terreno eccessivamente rovinato).
mbizzǝ loc. avv. - (fig.) Ripugnanza, disgusto, a nausea.
mbiummà al fig. - Pesar come piombo, di cibo indigesto.
mbòstə s.f. - Infrantoiata: na mbòstə də léivə, una infrantoiata (circa 250 kg).
mbraccə v.tr. - Prendere in braccio un bambino.
mbràndə loc.avv. - In fronte, sulla fronte.
mbrašcà v.tr. - Mescolare, mischiare.
mbrattà v.tr. - Imbrattare, sporcare, insudiciare.
mbrəcacchià v.tr. - Fare cesto, detto di piante erbacee, soprattutto cereali, che si arricchiscono di steli nella parte basale del fusto formando un cespo.
mbrəllarə s.m. - Ombrellaio.
mbrèllə s.m. - Ombrello. senza mbrèllə,
mbrənà v.tr. - Ingravidare, detto della donna, non delle bestie: ha mbrenàtə la màjjə, ha ingravidato la moglie. ‣ Chə z’mbrenə də quellə nən zə fejə mamà, riferita a persona che non mantiene la parola.
mbrèssə nelle locuz. avv. mbressə mbressə, in gran fretta.
mbrəštà v.tr. - Prestare, imprestare.
mbrèštə s.m. - Prestito.
mbrètənə s.m. - Smalto di tinta marrone nei tegami o vasi di terracotta.
mbrijacàtə p.pass., agg. - Ubriacato: sə mbrijacàtə gne nu porcə.
mbrijachə agg. s.m. - Ubriaco, canda t’à dà mbrijacà, mbrijàchətə di vèi̯nə bèṷnə, quando ti devi ubriacare, ubriacati di vino buono, se devi innamorarti a rischio, fallo con una donna.
mbriacàṷnə s.m. - Ubriacone, chi si ubriaca abitualmente.
mbriajàṷnə s.m. - Imbroglione.
mbrujè v.tr. - Imbrogliare; imbrattare, sporcare.
mbrujjə s.m. - Imbroglio: tra mbécce e mbrujə, tra intrighi e imbrogli, tra mille difficoltà.
mbruulè v.tr. - Impolverare, impolverarsi.
mbrullarə s.m. - Ombrellaio, artigiano che fabbrica, vende o ripara ombrelli .
mbrundà v.tr. [a.fr. emprunter] - Prestare.
mbuccatàṷrə s.m. - Operaio che introduce il covone nell’imboccatura della trebbia.
mbujà v.intr. - Far sosta, fermarsi, per riposare, aspettare: mbuitə sə tə s’ lləndatə, fai una sosta se sei stanco; appoggiarsi: z’é mbùitə mbàcciə a lu mìṷrə, si è appoggiato al muro.
mbujatə agg. - Fermo: stittə nu ccàṷnə mbujatə, stai un pò fermo.
mbummacatə p.pass. agg. - Affumicato.
mbupazzà v.tr. - Imbellettare.
mburcà v.tr. - Inforcare, prendere, infilzare con una forca.
mburcatə s.m. - Forca fienaia a due denti.
mburcəné v.tr. - Sporcare, sporcarsi; mettere a soqquadro, in disordine.
mburnà v.tr. - Infornare, mettere il pane al forno.
mburnannə s.f. - Infornata, tutta la quantità di pane che entra nel forno.
mburzə s.m. - Dirupi, luoghi scoscesi in vicinanza dell’abitato. ‣ arretə a lə mburzə: toponimo: inforzi, che in passato stava ad indicare le barriere di sostegno all’abitato che servivano in qualche modo anche alla difesa del paese dagli eventuali attacchi esterni senza che vi fossero tuttavia delle mura di cinta vere e proprie.
mbusəmà v. tr. – Dare la salda, inamidare camicie o altra biancheria. Scherz., sta mbusəmatə di persona che si tenga rigida, impettita o sia impacciata nei movimenti.  ‣ Part. pass. mbusəmatə, anche come agg., inamidato.
mbuštà v.tr. - Dare appoggio sul fermo, tenere sul fermo, mettere un ogetto in parte e in modo che non possa cadere.
mbuštatə p.pass., agg. - Appoggiato, fermato.
mbuttéitə s.f. - Coltrone, trapunta.
mbuzzəné v.intr. - Imputridire, ammorbare: z’é mbuzzenéitə lu pascə, è imputridito il pesce; aver sapore acido: z’é mbuzzenéitə lu càscə, il formaggio ha un sapore acido.
mbuzzunè̠itə s.m. - 1. Persona sporca e puzzolente, sudicione. 2. Di cibo, divento puzzolente, putrefatto. 3. fig.: furbo, scaltro.
agg.poss. di prima pers.sing. mio, mia: è lu mè, è mio; ssa rrobbə è ddə lu mé, questa roba è mia.
məcaragnə s.f. - (zool.) Ragno.
məcéziə s.m. - Amico.
məcragnàusə agg. - Avaro, spilorcio.
méinə avv. - Esortativo, su!, via!, dalli!.
məjellə s.m. (itt.). - Cefalo, pesce osseo dell’ordine dei Mugiliformi (Mugil cephalus) con corpo cilindrico e dorso argentato, comune nel Mediterraneo e apprezzato per le sue carni.
məjéichə s.f. - Mollica, briciola: na məjéichə də pànə, una mollica di pane. • Dim. məjǝcallə s.f. - Piccola quantità, briciolina.
méinə avv. esortativo - Dai, esortazione fare qualcosa.
məlallə s.f. [lat. pop. mēlum (gr. attico mē̂lon) per il class. malum (gr. dorico mâlon)]. - (bot.) Mela (Malus domestica): məlallə a zitellə, mela cerina, di colore bianco, lievemente croccante “a volte gelata” məlallə gəletə, deve il suo nome alla caratteristica vitrescenza della polpa generata dalla gelificazione di alcune cellule che la rendono più dura e meno succosa, di sapore dolce, aromatica; məlallə a tenellə, mela tinella, məlallə diggǝ, mele dolci (varietà di mele piccole, dal colore bianco-giallo, dal sapore dolce, che maturano in giugno); məlallə lǝmungèllǝ, mediamente grandi, dalla forma allungata, somiglianti al limone;
məlànguələ s.f. [lat. medioev. melangolus]. - 1. (bot.) Cetriolo. 2. (fig.) Persona sciocca, goffa, melensa: si prupriə na məlàngulə, sei proprio un buono a nulla.
mèlə s.m. [lat. mel]. - Miele.
mələchətagnə s.m. [lat. cotōneum o cotōnium (malum), da cydonēus, cydonius, agg. di Cydon, Cydonēa, l’odierna Canea, città dell’isola di Creta, di cui la pianta è originaria, incrociato con mela]. (bot.) - Cotogno (Cydonia oblonga), il frutto è usato per la preparazione di marmellate (cotognata). I frutti venivano anche posti negli armadi e nei cassetti per profumare la biancheria.
mələgnamə s.f. [dall’arabo bādingiān, incrociato con mela]. - 1. (bot.) Melanzana (Solanum melongena). 2. (fig.) Persona stupida.
məlenzə agg. - Di persona, che alla scarsa intelligenza unisce lentezza di movimenti e goffaggine d’aspetto.
məlocchə s.f. -
mǝnà v.tr. - 1. Picchiare, malmenare: mo t’ammainə, ora te le suono; mainə chéggə gnè n’asənə, tira calci come un asino. ‣ Chǝ mainǝ pǝ preimǝ mainǝ ddù voddǝ, chi mena per prima mena due volte. 2. Scagliarsi, avventarsi, lanciarsi contro uno offendendolo: i z’è mmǝnatə n’ mbaccə, gli si è avventato in faccia. 3. Gettare: va a mənà lu zolfə a la vegnə, irrorare la vigna. • Fig.: menà pǝ lu missə, sbacchiare sul muso, offrire ad uno qualcosa per qualsiasi prezzo; mainǝ settǝ pǝ cojjǝ ottǝ, dice una cosa per farne un’altra, intende un’altra cosa.
mǝnarə s.f. - Vaso di terracotta.
mèndə s.f. - Pensiero, mente: nəm mə vè mèndə, non mi viente in mente, non mi ricordo; tì mmèndə, guarda. Ti mə tì mmèndə e jè mmèndə ti tinghə, tu mi guardi e io ti ho nella mia mente (Pasquale Tenaglia).
ménə s.f. - 1. a. (anat.) Mano. • Espressioni (anche con uso fig.): appoggio, aiuto, manforte: dà na ménə, dar una mano, aiutare; custodia, protezione: stamə n’mmanə a Dè, stiamo nelle mani di Dio; Addó tè l’ucchjə te lə mènə, dove ha gli occhi ha le mani, riferito a persona incline ad impossessarsi di qualsiasi cosa gli capiti sotto gli occhi.
2. Strato di colore, di vernice e sim. che viene steso su una superficie: dà na ménə de bianghə, dar una mano di bianco, imbiancare. 3. Di manufatti: fatt’ a ménə, fatti a mano. 4. Cominciare a usare, consumare: ajjə méssə ménə a lu prisittə, ho iniziato a consumare il prosciutto.
ménə avv. meno, non è usato se non in frasi come: ménə malə!, meno male!; na leirə dǝ cchjì, na leirə dǝ ménə, una lira di più, una lira di meno!.
məné v.intr. venire (al pres. indic. la cons. iniziale “m” cambia in “v” nella persona del sing. vinghə e alla terza pers. pl. ): ci so’ sèmbrə mǝnìṷtə, ci sono sempre venuto; lievitare: hé rminìṷtə le pànə? È lievitato il pane?; mò vinghə, ora vengo; vé appétə, viene a piedi; costare: canda vé?, quanto costa?.
mènəchə s.f. - Manica: la mènəchə də la caméciə, la manica della camicia.
mènələ s.f. - Mandorla. Nu petə də mènelə, un albero di mandorle.
mənèštrə s.f. - (gastr.) Minestra: mənèštrə də fujjə, minestra di verdure. Prov., u ssa mənèštrə u abbabele pə la fenestrə, o mangiar questa minestra o saltar questa finestra, espressione per indicare che non si ha possibilità di scelta.
mənnàzzə s.f. - Spazzatura, immondizia.
məràinə s.f. - Amarene (Prunus cerasus).
mǝrcatǝ s. m. [lat. mercatus -us, der. di mercari “far commercio, trafficare”]. - Mercato. • Locuz. prep.: a bbommǝrcatǝ, a buon mercato, a poco prezzo e, fig., con poca fatica o senza grave danno.
mèrchə s.m. (fr. ant. merc) - Segno, lesione dell’epidermide, bernoccolo.
mərəcanatə s.m. - (bot.) Melograno (Punica granatum).
mèrlə s.m. 1. (zool.) Merlo (Turdus merula). 2. (scherz.) Giovanotto che fa la corte ad una ragazza. 
mərìculə s.m. - (bot.) Mora (Rubus fruticosus).
mərtèccə s.m. - Darsi alla macchia.
məsallə s.f. - Mobile di legno, generalmente a forma di cassone rettangolare, usato tradizionalmente in campagna per impastare il pane, conservare farina.
məscardèllə s.f. - Uva moscata, il vino che si ha da tal uva.
məscéšchə s.f. - Cosa piccolissima, minuta.
mésərə agg. - Scarso.
məssetèllə s.f. - Messa senza canto e/o omelia.
mètə v.tr. [lat. metere]. (agr.) - Mietere: metə lu granə, mietere il grano, il fieno. Canda ma lə zengherə è jutə’ a mmetə. Quando mai gli zingari sono andati a mietere. È improbabile che uno sfaccendato si dia da fare.
mètə s.f. [lat. meta]. (agr.) - Mucchio di covoni di frumento o di altri cereali o foraggi che viene fatto all’aperto, in forme e dimensioni diverse, per facilitarne la conservazione e completarne la maturazione e l’essiccamento prima della trebbiatura: la metə də lu fienə, də la pajə.
mətətìṷrə s.m. - Mietitori.
mèttə v.tr. - Mettere: mett’a craidə, far credere, darla a intenderla; mettejə la firiə, sollecitalo, digli che si spicci; mèttələ a ellə, mettilo là.
mətrannə un metro circa.
mèʓʓə agg. mezza, metà: mèʓʓa fèllə də cətràunə, mezza fetta di cocomero; mettemə lə meʓʓə sèṷlə a lə scarpə, mettimi le mezze suole alle scarpe; avv. cə vò n’haur’e mmèʓʓə, ci vuole un’ora e mezzo.
məʓʓacazzattə
məʓʓacucchièrə s.f. - (Spreg.) Pessimo muratore.
məʓʓarejə s.f.inv. - Metà, mezzo.
mèʓʓə ómmənə e mèʓʓə fàmmənə s.m. - Omosessuale
miaddè Dio guardi, non voglia Dio.
mijarə s.m. migliaio, circa mille: nu mijarə də matìṷnə, circa mille mattoni.
mijarèllə avv. alquanto meglio, un tantino meglio.
mišcignə s.f. - Rovistare addosso a uqalcuno.
misìṷrə s.f. - Misura, quella capacità per misurare granaglie e simili ed equivalente quasi a tre chili e cioè alla sedicesima parte di un tomolo: na misìṷrə də granə, una misura di grano.
missə s.m. - Muso. • Espressioni (con uso fig.) e prov.: nn’ha mésse lu missə fèṷrə a la pórtə, non è uscito di casa; atteggiamento, espressione del volto, spec. manifestante irritazione o inquietudine: ha ppaise lu missə, ha fatto il broncio, ha il muso lungo; la pulentə ma cottə lu missə, la polenta mi ha scottato il muso; missə andə n’arcandə, muso unto non racconta.
mìṷlə s.m. - 1. Mulo. • Espressioni: tè’ la cóccia tóstə gnè nu mìṷlə, sei testardo come un mulo; mìṷlə sferratə, bastardone, che ha nascita illegittima . 2. (volg., spreg.) figlio illegittimo, bastardo. • Espressioni: mìṷlə e fejjə də puttanə.
mìṷpə agg. - Muto, taciturno, silenzioso: stà mìṷpə mìṷpə, è imbronciato, non parla; hatta mìṷpə, far la gatta morta, lo gnorri.
mìṷrə s.m. - Muro.
mmaccatéllǝ s.f. pl. - Piccoli vizi, magagne.
mmàcquə in bocca.
mmašciatàurə s.m. - Chi fa per conto di altri la formale domanda, di una fanciulla in matrimonio.
mmašciatə s.f. - 1. Commissione. 2. Le faccende domestiche delle donne. ‣ Dim. mmašciatèllə
mmaštarə s.m. - Bastaio, fabbricante o venditore di basti.
mmàštə s.m. - Basto: méttə lu mmàštə all’asənə, barda l’asino; a asənə vìcchiə, mmàštə nəuvə, ad asino vecchio, sella nuova.
mmàštə s.m. -Mosto.
mməchèi̯tə agg. - Invecchiato.
mmedəjàusə s.m. - Invidioso.
mmédiə s.f. - Invidia.
mmendà v.tr. - Inventare.
mmendə guardare; fraseol.: si i tì mmende, se lo guardi.
mməndatə p.pass., agg. mmendà inventato.
mmenə avv., in mano: mmenə a Crestə.
mmərnàtə s.f. - Invernata, stagione invernale considerata spec. nella sua durata o per le condizioni meteorologiche: ahuannə semə avìutə na brittə mmərnàtə, quest’anno abbiamo avuto una brutta invernata.
mmernə s.m. - Inverno.
mməšcapaipə s.m. - Miscuglio, disordine generale.
mməštecòttə s.m. - Mosto cotto.
mməzzètə agg. - Viziato, abituato.
mmicciatiurə s.f. - Incastro.
mmupèi̯tə agg. - Aammutolito.
mmùtetə [lat. mūtare]. - Imbrunimento e intorbidimento del vino
mmuttatórə s.m. - Pevera sorta di grosso imbuto con cannello di latta, usato per riempire la botte inserendolo nel cocchiume superiore. Ha la forma di un piccolo mastello rotondo a doghe allungate e fissate con due lamine di ferro ad incastro e con chiodi.
avv. ora : mò mò, or ora; deje ca mo vinghə, digli che a momenti vengo.
mommabbejjə s.m. - Soldi.
monnapiazzə s.m. - Spazzino, operatore ecologico.
mòrgə s.f. - Parte dei finimenti del cavallo, costituita da una striscia di cuoio che passa sotto la gola dell’animale.
mòrtə s.m. - Morto. (pl. murtə): la mijurejə də la mòrtə, il miglioramento che precede la morte.• Prov.: Piagnǝ lǝ murtǝ e frechǝ li vèivǝ. Sòpr’ a lu mòrtǝ sǝ càndǝ l’ uffeciǝ. È gnè l’incenzǝ a lǝ murtǝ, cosa vana.
mòssə s.f. - Moina, finzione: canda mòssǝ fà, sa fingere molto bene. • Espressioni (con uso fig.): datte na mòssǝ, sbrigati.
mòttə s.f. (fr. motte, zolla di terra) - Ciuffo d’erba.
müacchə s.m. - Romano, il peso della stadera scorrevole lungo il braccio maggiore.
mubbégliə s.f. - Mobili.
mucciucà v.tr. - 1. Mordere, mordersi; rosicchiare; 2. Prudere. ‣ Part. pres. mucciucatə, con valore di agg..
mucciucallə s.m. - Boccone. • Espressioni (con uso fig.): centə nuciarillə fa nu mucciacallə.
mucciucàṷrə s.m. - Prurito.
mucculàṷnə s.m. - 1. Muco nasale, soprattutto quando pende dalle narici sul labbro superiore. 2. Scioccone. 3. Appendice carnosa, rossa o rosso-bruna, che pende sotto il becco dei tacchini. 4. Pene moscio.
mucuréccə agg. - Rancido, ammuffito.
mugnendə agg. - Morbido, lievitato in modo ottimale.
mujìculə s.m. - Ombelico: Tòrcə lu mijìculə, lavorare da schiavi.
mujunàusə agg. - In senso fig., stancare generando senso di di noia e fastidio.
mulallə s.m. - (bot.) - Melo, albero di melo.
mulattə s.f. - Ventricina riempita nel budello cieco.
mulàṷnə s.m. - (bot.). Melone (Cucumis melo) pl. milìṷnə.
mulazzə s.m. - Trovatello.
mulèi̯nə s.m. - Mulino. cand’è chiarə a la mundagnə, tujjə la zappə e va’ a huadagnə: cand’è nivulə a la marèinə, tujjə lu såcchə e va’ a lu mulèinə, quando è chiara la montagna, togli (prendi) la zappa e va a gudagnare; quando è nuvolo la marina, togli (prendi) il sacco e va al mulino.
mullardə s.m. - Sporco, sudicio.
mulunàrə s.m. [lat. tardo molinarius, der. di molinum «mulino»].- Mugnaio; fraseol.: tə si’ fàttə gna nu mulunàrə, sei sporco come un mugnaio; zə po cagnà lu muléinə, ma nó lu mulunarə, il mulino è possibile cambiarlo, ma non il mugnaio, che si comporta sempre da la
mundàṷnə s.m. - 1. Montone, il maschio adulto della pecora, ariete. 2.  fig. sì nu mundàṷnə, persona sciocca e balorda. • Dim. Mundunallə. • Espressioni: me rmastə a guardà gnè nu mundunallə. 
munducàṷnə s.m. - Mucchio.
munnà v.tr. - 1. Scopare, spazzare. 2. Mondare, pulire, liberare il grano dalle erbacce.
munnatə p.pass., agg. (munnà) - Spazzato.
munnuzzàrə s.m. - Discarica pubblica, immondezzaio.
muraléttə s.m. - Palo, correntino.
murciallà - Urlato al cane o ai cani per farli scappare.
muré v.tr. - Morire: s’è mortə, è morto; s’è mortə də fijennə, è morta di parto; stà pə muré, sta per morire; mò sə meurə, adesso muore; ; fraseol.: muré pə lə risatə, sbellicarsi dalle risate; zə meurə də famə, də saitə, də sonne, muoio di fame, di sete, di sonno. ‣ Prov.: pahà e murè cə stà sembrə tembə, per pagare morire c’è sempre tempo.
murə s.m. bot.com., mora del gelso nero (Morus rubra).
murgijè v.intr. - Amoreggiare.
murlacchjàṷnə s.m. - Ragazzone.
murliccə s.m. - Merluzzo (Merluccius merluccius), pesce con corpo allungato di colore variabile tra il verdastro e il bruno macchiettato di giallo, ricercato per la delicatezza delle sue carni che si consumano fresche, essiccate o sotto sale.
murmurijà v.intr. – 1. Brontolare, borbottare. 2. Degli intestini, gorgogliare.
murrǝccə s.f. - Spiga: ujǝ arvattàimǝ lǝ murrǝccə, .
murrucànə s.m. - Uomo che fa lo spendaccione, ma senza averne la possibilità
murruié amoreggiare, flirtare.
mursallə s.m. - Sorsetto.
murtàlə s.m. - Mortaio.
murtəciallə s.m. - Bambino morto, bambina morta.
murucanatə s.m. - (bot.) Melograno.
murzàllə s.m. - Sorso: nu murzàllə də vèi̯nə, sorsetto di vino.
mušcə s.f. - Nome fanciul. E vezz. Del gatto, micio, micia. mušcə mušcə  voce per chiamare, accarezzare il gatto.
muschə silenzio! • Espressioni (con uso fig.): muschə a la ciaštə, farsi i fatti propri.
mušcǝjé v.intr. - Gironzolare senza aver voglia di far niente, agire da annoiato, mollemente, languidamente.
muscillə s.f. - 1. Micio, micino. • Espressioni (con uso fig.): s’è fattə gnə na muscillə, è di salute cagionevole. 2. Pasta incollata.
muscillə dopo aver infilato di nascosto una spiga di orzo nella manica della camicia e mentre scuotono il braccio, ripetono fino a quanto la spiga sale all’altezza della spalla.
muschujé v.intr. - Gironzolare, andare in giro.
musculàṷnə s.m. - Grossa mosca; fig. furbacchione.
musé s.m. - Riferito a persone antiquate, inutili, brutte.
musərarèllə s.m. - Misurino.
muštaccə s.m. [lat. tardo *mustaceum, dal gr. tardo µουστκιον, class. µύσταξ κος «labbro superiore, baffi»]. - Baffi.
muštirə s.m. - Arte, mestiere.
mutannə s.f. - Mutande
muttàllə s.m. - Imbuto. • Dim.  muttəlliccə, imbutino.
muӡӡàttə s.m. - (stor.) Mezzetto, mezzetta, antica unità di misura di capacità per aridi: nu muӡӡàttə də grànə, una mezzetta di grano (25 kg); nu muӡӡàttə də léivə, una mezzetta di olive (20 - 22 kg); unità di misura di superficie di circa 1.750 mq. • Espressioni (con uso fig.): tè na còccə gnè nu muӡӡàttə, una testa quadra.
muzzàṷnə s.m. - 1. Mozzicone di sigaretta o di sigaro. 2. Uomo piccolo. 3. (itt.). - Ghiozzo testone (Gobius cobitis).

Nessun commento:

Posta un commento